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dicono di noi
25/02/2012
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Mille contro le biomasse a Costano
Nuova assemblea pubblica del Comitato per la difesa dell'ambiente che ha raccolto, per la sua opposizione al progetto di una centrale a biomasse, le firme di quasi tutti i residenti nella zona

La vicenda della centrale a biomasse di Costano è significativa per spiegare il perché una tale soluzione, anche in altre parti dell’Umbria, venga vista con sospetto.
“La lotta del Comitato per la difesa dell'ambiente di Costano – che ha diffuso un comunicato per annunciare un’assemblea pubblica domenica 26 febbraio - nasce dalla presentazione fatta il 27 dicembre 2011 dall'Amministrazione Comunale di Bastia Umbra, di centrodestra e sindaco UDC, di un progetto della società Bastia Bioenergia Srl, con sede legale a Bologna, di costruzione di un impianto da 1 mw, nella frazione di Costano, per la produzione di energia elettrica proveniente da biomasse.
Si utilizzeranno insilati di mais, sorgo e triticale per la produzione di biogas.

Il tutto necessiterà di una superficie di circa 300 ettari per l’approvvigionamento (considerati 2 raccolti all’anno per 15.000 tonnellate annue).
Sono stati promessi 10 posti di lavoro di cui 2 fissi all’interno dell’impianto per la durata di 15 anni perchè poi( l’impianto) sarebbe dismesso lasciando questo piccolo mostro in loco.
I cittadini di Costano, al di là delle appartenenze politiche, si sono schierati compattamente contro questa scelta ed oltre a 2 assemblee pubbliche ed altre iniziative hanno organizzato una raccolta di firme che è già arrivata a circa 1000 adesioni che equivalgono sostanzialmente agli abitanti del paese.

Si è così rivelato falso – dice il Comitato - l'argomento utilizzato dal centrodestra che la mobilitazione dei cittadini è nata per la spinta delle forze di sinistra che hanno espresso tutte la loro contarietà all'impianto dal Pd al PRC, da Sel a Sinistra Critica. In realtà la decisa e compatta (e molto qualificata ed argomentata) lotta nasce dalla storia stessa di questo territorio che per decenni ha visto il proliferare di molti allevamenti di suini (per decine di migliaia di capi) che hanno prodotto inquinamento delle falde acquifere, sversamenti continui dei reflui sul fiume Chiascio con molte morie dei pesci e soprattutto la puzza insopportabile che ha anche impedito lo sviluppo del paese danneggiando l'economia locale.

A seguito di un'indagine giudiziaria e la chiusura del biodigestore di Bettona, comune limitrofo, dove finivano i reflui gli allevamenti sono stati chiusi e l'ambiguità e la lettura della documentazione del progetto lascia pensare che nell'impianto che si vuole costruire possano essere utilizzati anche liquami degli allevamenti dei suini, rilanciando quel tipo di attività quando la loro chiusura attuale ha invece permesso un rapido sviluppo del paese con molte nuove famiglie che sono venite ad abitare a Costano privo ormai delle problematiche precedenti.

Dall'altro canto oltre ai solidi argomenti dei costanesi, impianto previsto in area agricola di pregio e con falde acquifere di superficie, attività agrituristiche limitrofe che sarebbero fortemente danneggiate ecc... è arrivato il sostegno dell'Amministrazione Comunale di Assisi, anche'essa di centrodestra, che ha espresso il suo parere contrario all'insediamento perchè quel territorio è confinante con il comune di Assisi, e il paese di Tordandrea è più vicino di Costano e quindi ricade nell'area paesistica salvaguardata dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'Umanità.

Insomma - conclude il Comitato -ci sono molti validi argomenti per dire un no non solo ideologico, ma basato su solide motivazioni concrete e di interesse collettivo e per saperne di più perchè non partecipare all'assemblea di domenica 26?.
Certo è che una eventuale vittoria (e ci sono tutti i presupposti) a Costano rafforzerebbe tutti quei comitati e cittadini che lottano contro gli impianti a biomasse e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio.”