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10/09/2025
www.pressenza.com

Festival della Malanotte 2025: tra memoria e presente

Il Festival della Malanotte si è svolto al camping Eden di Torricella sul Trasimeno, 5, 6 e 7 settembre.

Dalla Siria di Angelo Maddalena, raccontata nel suo nuovo libro “Welcome in Siria”; dalla cultura curda e dalla nascita del PKK fino al suo disarmo raccontato da Murat Cinar; al libro Guerra e droga presentato dal suo autore, Alessandro De Pascale, il sabato pomeriggio, con il riconoscimento di Maurizio Favaro, gestore del camping Eden: “Ringraziamo Alessandro e tutti i giornalisti di inchiesta e di guerra che rischiano la vita per raccontarci quello che noi non potremmo sapere senza il loro coraggio e passione, e ricordiamo i giornalisti trucidati a Gaza negli ultimi anni».

Il venerdì sera è stato il turno, nel dopo cena, del docufilm “Il Sindaco della Falchera”, di Domenico Leccisotti e Giacomo Ferrante, il secondo, arrivato da Torino il venerdì, è rimasto fino alla domenica mattina. Tonino Miccichè è il soggetto del docufilm, ed è anche il filo rosso, insieme ai racconti sul Medioriente, di questa terza edizione del festival della Malanotte al camping Eden Park di Torricella sul Trasimeno. Il festival delle edizioni Malanotte è organizzato nella tradizione di altri festival conviviali anche se con numeri diversi come nel caso del festival “Fino al cuore della rivolta”, dove Angelo Maddalena, animatore della Malanotte, ha ritrovato l’anno scorso Alessio Lega.

Il festival della Malanotte è tutto in uno stile conviviale: si mangia tutti insieme, su lunghe tavolate: artisti, giornalisti, organizzatori e partecipanti; e nello stesso spazio sono esposti libri e CD, come vengono tenute relazioni e spettacoli: è il privilegio della povertà o dell’infinitamente piccolo, senza dimenticare il mercato, la valorizzazione, l’autonomia e la creatività. È su questo argomento che si è concentrata la testimonianza di Davide Gallucci del collettivo editoriale Cronache Ribelli, ex Cannibali e Re, affiancato da Giuseppe Moscati, curatore della collana “Pane e rose” dello stesso collettivo editoriale, di cui presenta alcuni volumi, ristampe di autori classici come Salvemini o Rosa Luxemburg, ancora di forte attualità.

Il festival della Malanotte è però iniziato e si è chiuso con tante canzoni. Gioiose quelle del “Quartetto liberato”: Arlena, Arianna, Valeria e Mario, venuti da Pistoia cantano brani dei Cantacronache e dei partigiani, anche con riferimento a un partigiano di Pistoia. “Oltre il Ponte”, a proposito, è un fiore all’occhiello del repertorio, con testo di Italo Calvino; poi un classico anarchico “Dai monti di Sarzana” e l’“inno” dei Rom; intonano la “Salvineide” scritta qualche anno fa da un cantore popolare e da loro attualizzata con due strofe applicate al Ponte sullo Stretto. Infine “Bella ciao” rivisitata e meno “retorica” della versione corrente. Mentre Arianna e Mario sono ripartiti il sabato pomeriggio, Arlena e Valeria sono rimaste fino alla fine e la loro presenza ha reso più ricco e vivace il festival.

La sera della domenica, Alessio Lega ha tirato le fila nel recital per Tonino Miccichè, con un excursus di racconti e canzoni per riscattare un Sud spesso denigrato e associato alla malavita mentre Alessio canta il riscatto del popolo siciliano. In Sicilia, infatti, è nato nel 1892, “un grande movimento organizzato di lavoratori, la madre di tanti altri movimenti, sviluppatosi negli stessi anni in cui è nato il partito socialista”. Canta dei lavoratori che occupano le terre a Melissa, in Calabria, e della repressione dello Stato, dei carabinieri e dei mafiosi che erano i campieri, i gabellotti, le guardie campestri assoldati dai latifondisti, come quelli che uccisero Placido Rizzotto in Sicilia e Turiddu Carnevali. Cita Buttita, Alessio Lega, e canta e legge una poesia di Buttitta che racconta della strage di Portella della Ginestra, il 1° maggio del 1947. Fino alla chiusura, con la “ Ballata per Tonino Micciché”, scritta e cantata a suo tempo da Enzo Del Re, di cui Alessio racconta aneddoti per mostrare lo stile “politico quotidiano” del cantastorie di Mola di Bari, che si rifiutava di pagare i mezzi pubblici per scelta politica e si rifiutava di viaggiare con mezzi privati per lo stesso motivo, fino a mettere in difficoltà gli organizzatori dei suoi spettacoli che non sapevano come fare per accompagnarlo e dalla stazione al luogo del concerto e viceversa!

Il festival della Malanotte, quest’anno, si è ampliato e arricchito sempre di più, sempre con uno stile assolutamente dal basso, grazie a piccole e preziose donazioni di vari amici e sodali, in particolare due partner che c’erano anche l’anno scorso: lo Spazio popolare La Deriva di Toro sul Trasimeno, presente con Stefano Terzuoli e Maurizio Pacini oltre ad altri partecipanti venuti da Tuoro e Passignano, ed il circolo culturale Primo maggio, rappresentato da Luigino Ciotti, che ha dialogato con Murat Cinar la sera del sabato per la conferenza sui nuovi risvolti e speranze in Kurdistan e nel Medioriente. Fondamentale la disponibilità dell’ Eden Park che accoglie dal 2022 questa tre giorni “di libri e altre narrazioni”.


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