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24/02/2022
La Nazione

Tullio: la fame, la fatica e le botte
La storia di un bettonese internato militare italiano nei lager tedeschi. Quando fu liberato pesava 35 chili

Quando il bettonese Tullio Ciotti è tornato, pesava 35 kg e aveva attraversato a piedi mezza Europa. La sua storia di deportato è raccontata dal figlio Luigino nel libro “I campi di Tullio“: bellissimo! Soldato 19enne, fu catturato a Roma dai Tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43. Fu inquadrato come Internato Militare Italiano (IMI), modo con cui i nazisti, sulla base del Piano Alarico voluto da Hitler, deportarono 650.000 soldati come traditori, scavalcando la Convenzione di Ginevra che tutelava i prigionieri di guerra. 10 mila di questi, tra cui Tullio, erano Umbri; 50 mila morirono di stenti.

La fame e le botte furono le sue compagne per due anni: dalla cattura all’arrivo al campo di lavoro di Kurtwitz mangiò solo un pomodoro e due uova in otto giorni. Durante il viaggio, avvenuto dentro treni bestiame che stipavano in piedi 36 persone, scese solo due volte: per i bisogni fisiologici c’era un angolo del carro. Rischiò di morire durante la prigionia.

Ricoverato all’ospedale militare tedesco di Strehlen, a salvarlo fu un amico di Rivotorto di Assisi, Enrico Cotozzolo. Tanto il lavoro: prima in uno zuccherificio, poi nelle industrie e infine a costruire autoblindo, in vari campi, dalla Germania alla Polonia. Molti compagni morirono o si ammalarono, mentre la fame gli restò sempre al fianco tanto da fargli rischiare la vita ed essere picchiato a Sagan solo per aver raccolto qualche buccia di patata. Tullio tornò a casa nel 1945, dopo aver rifiutato nel1944 l’arruolamento nella RSI.

Pesava solo 35 kg, tanti quanti i giorni che aveva camminato attraversando a piedi la Polonia, la Germania, l’Austria e la Cecoslovacchia. Dopo la guerra lavorò in Belgio come minatore. Morì nel 2011 dopo aver ricevuto tre onorificenze che ne sottolineano i sacrifici e la storia di antifascista.

Parlare di Tullio Ciotti significa anche parlare degli IMI, la cui storia è poco conosciuta. Dimenticati o non creduti per anni, in molti emigrarono all’estero senza mai parlare delle loro terribili sofferenze. Anche per questo il libro di Luigino Ciotti va letto e raccontato perché fa parte di quella Memoria così importante a cui l’Italia, già prima dell’ONU, ha dedicato con la Legge 211/2000 un giorno speciale, in cui si ricordano le persecuzioni ebraiche e le deportazioni di militari e politici nei campi nazisti. L’internato militare Tullio, le umiliazioni e le sofferenze che lui e quelli come lui hanno sopportato non possono essere dimenticate perché, come ha scritto Primo Levi, “Se è successo, può succedere ancora” ed è nostro dovere far sì che ciò non accada“.


https://lanazione.cronistinclasse.it/2022/02/25/tullio-la-fame-la-fatica-e-le-botte/

Istituto Comprensivo Torgiano - Bettona di Passaggio (PG) - Classe 3B