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30/09/2017
il Giornale Associazione Pro Loco Bastia Umbra

PRIMO PIANO SULLA CHIESA DI S. MARIA DELLA ROCCHICCIOLA

Nel pomeriggio del 10 agosto scorso, presso Rocca Sant'Angelo e precisamente nella chiesa di S. Maria della Rocchicciola, il Circolo culturale "primomaggio" ha organizzato una interessante conferenza. Dopo la presentazione del programma dell'incontro da parte del presidente Luigino Ciotti alla numerosa platea che gremiva la suddetta chiesa e il saluto del Custode del Sacro Convento di Assisi p. Mauro Gambetti, siamo entrati nel vivo dell'oggetto con la relazione tenuta da Elvio Lunghi, docente di Storia dell'Arte presso l'Università per Stranieri di Perugia. Rocca Sant'Angelo, detta anche Rocchicciola, è una piccola località dell'assisano che tanto è stata amata dal poeta e scrittore danese Giovanni Joergensen definita "paesello perso fra i monti umbri" e che lo studioso di storia francescana Edouard Schneider ha chiamato "luogo celestiale". Nel 1232 era una delle 51 balie del Comune di Assisi e la prima menzione di castrum è del 1380. Oggi il suo borgo ed il castello sono quasi completamente recuperati dal degrado precedente compresa la chiesa di S. Paolo restaurata, dopo i danni del terremoto del 1997. Vi abitano 4 famiglie su 142 abitanti complessivi dell'intera frazione. Il valore aggiunto è però costituito dalla vicina Chiesa di S. Maria della Rocchicciola con annesso convento che nel 1300 ospitò un nucleo di "frati spirituali" che seguivano la regola di S. Francesco in eremi extraurbani e contestavano il tenore di vita dei grandi conventi urbani. Tale convento si è salvato dalla soppressione dei piccoli conventi decretata nel 1652 da Innocenzo X, grazie alla giustificazione che si trattava di una dipendenza rurale del Sacro Convento di Assisi. L'attigua chiesa di S. Maria ha conservato quasi integra la primitiva decorazione a buon fresco di numerosi pittori umbri del XIV-XVI secolo. I particolare ci sono opere di Bartolomeo Caporali, Orlando Merlini, Giovanni Spagna ed un Crocefisso su tavola di Matteo da Gualdo.

Marinella Amico Mencarelli