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dicono di noi
20/03/2020
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Perugia, Umbria, Mondo

Luigino Ciotti ha inviato ai suoi amici questa lettera, spiega anche che i proventi del libro saranno utilizzati a fini sociali cosa che non avrebbe avuto bisogno di scrivere perché questo chi lo conosce sa che era scontato.
E' la storia del padre Internato Militare Italiano. Era un IMI uno dei tanti militari che si rifiutarono di continuare la guerra a fianco dei fascisti e dei nazisti, una forma di Resistenza nonviolenta sconosciuta ai più.

Cara/o amica/o o compagna/o, mi perdonerai per l'intrusione ma la mia comunicazione è per darti un'informazione che sicuramente hai, anche per precedenti newsletter inviate o visto sui social, ma che credo possa comunque essere utile.
E' uscito a fine ottobre il mio libro "I Campi di Tullio. La storia di un Internato Militare Italiano" scritto insieme al Prof. Dino Renato Nardelli, collaboratore dell' ISUC, co editato da Era Nuova e circolo culturale "primomaggio (di cui sono il presidente), che racconta la storia di mio padre, Tullio Ciotti nato a Bettona il 4-4-1924, che per 18 mesi fu deportato in Germania dal 1943 al 1945.
E' un mix di memoria e ricerca storica che trova origine da una video-intervista che feci a mio padre il 9-11-2009, due anni prima della sua morte, come testimonianza per darla all' ISUC.
Papà, al quale il 27 gennaio 2021 giorno della Memoria, è stata assegnata la Medaglia d'Onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fu uno dei 650.0000 IMI (Internati Militari Italiani) che finirono nei campi di concentramento tedeschi e di cui circa 50.000 morirono per fame, stenti, malattie.
La sua storia è la storia di tanti e coinvolse circa 7 milioni di familiari, ma nonostante questi numeri se ne è parlato e se ne parla pochissimo, la storiografia è solo da una ventina di anni che se ne occupa, la politica men che meno, quasi nessuno sa cosa significa l'acronimo IMI e le loro vicende.
Eppure la loro scelta fu un pezzo importante della ricostruzione della democrazia nel nostro paese.
Infatti il 90% di loro rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò quando i tedeschi gli sottoponevano, anche più volte, il modulo da firmare grazie al quale sarebbero rientrati in Italia. Preferirono non farlo rimanendo così nei campi di concentramento a patire fame, freddo e lavoro e tantissimi di loro ci rimise la vita o la salute.
La loro fu una Resistenza disarmata, sinergica a quella armata dei Partigiani e sicuramente una chiara scelta antifascista.
Il Fascismo, politicamente e psicologicamente, capì che era al capolinea visto il rifiuto di massa di questi uomini al regime. Pensate se in 650.000 fossero tornati in Italia a combattere per la Repubblica di Salò: le vicende belliche sarebbero state diverse e sicuramente anche più durature.
Per questo penso che anche il mio libro, e del Prof. Nardelli, sia utile leggerlo: è una storia che rappresenta tante storie. Solo ad Assisi ho trovati 280 IMI, grazie alla ricerca storica che sto conducendo da un anno consultando i fogli matricolari all'Archivio di Stato di Spoleto dove è depositato il materiale dell'ex Distretto Militare di Spoleto dal quale dipendevano gli assisani. Sulla base di quelli di Assisi trovati in Umbria ce ne furono 9.000, facendo le proporzioni rispetto alla popolazione del tempo.
Una storia di così tante persone, di sofferenze, di fatiche, di umiliazioni ma anche di dignità, di scelte politiche, di autorganizzazione non può e non deve essere sconosciuta.
In questa fase di pandemia è, purtroppo, impossibile fare presentazioni del libro in presenza od anche avere la possibilità di incontrarvi visti i divieti per gli spostamenti.
Quindi mi permetto se vi può interessare, educatamente ed umilmente, di chiedervi se è vostra intenzione comprarlo. Il suo costo è di 10 euro e con altri 2 euro, di spese di spedizione, posso spedirlo per posta a casa vostra, se mi inviate il vostro indirizzo. Per il pagamento potrete poi farlo online, alle poste, o in tabaccheria, sulla postepay del circolo culturale "primomaggio" di cui, eventualmente, vi manderò i riferimenti. Se siete interessati ad avere il libro, con relativa dedica e finalità di solidarietà, basta rispondermi via mail, o whatsapp, o chiamarmi al telefono 346/0134774.
Per chi conosce le dinamiche dell'editoria locale, e per chi mi conosce, inutile dirvi che i relativi pochi proventi del libro non finiranno nelle mie tasche, ma sono destinate alle attività del circolo primomaggio che ha già fatto due donazioni a un ente che si occupa di anziani ad Assisi e ad una associazione che si occupa di una comunità di contadini pacifisti della Colombia massacrati da quello stato. Di ciò posso produrre documentazione. Insomma cerchiamo di unire memoria, storia, cultura e solidarietà.
In allegato copertina del libro, quarta di copertina ed una recensione.
Cordiali saluti

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