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19/04/2020
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Il 16 maggio, Ciotti Tullio e la storia degli IMI(Internati Militari Italiani)

Il 16 maggio, ore 16, a S. Maria degli Angeli, presso il DigiPass in piazza Garibaldi, il circolo culturale "primomaggio" organizza un incontro sugli IMI (Internati Militari Italiani) e un momento di ricordo di mio padre Ciotti Tullio che fu uno dei tanti militari italiani deportati in Germania, nelle seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio di Cassibile, 8 settembre 1943.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Stefania Proietti, in rappresentanza della città, sarà proiettata una video-intervista "Ciotti Tullio, una vita, una storia.... ", che feci il 6 novembre 2009 riguardante la sua esperienza nella guerra e in prigionia . Successivamente interverranno Mari Franceschini presidente dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) regionale, il Dott. Marco Terzetti presidente dell'ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati), il Prof. Dino Renato Nardelli in rappresentanza dell'ISUC, il Prof. Stefano Brufani (direttore del dipartimento di Lettere dell'Università di Perugia) nipote del Ciotti, oltre a me come presidente del circolo culturale "primomaggio", coordinati dal giornalista di RAI3 Umbria Andrea Chioini.

Probabilmente a seguito della situazione creata dal Coronavirus l'iniziativa dovrà essere spostata.

La storia di Tullio Ciotti è la storia di una generazione che chiamata alle armi si trovò ad essere internato nelle decine di campi di concentramento tedeschi.

Furono in 650.000 di cui 50.000 morirono di fame, di malattie, di stenti ecc...

Tullio classe 1924, in servizio militare da appena 3 mesi, fu catturato dai tedeschi a Roma, alla Cecchignola, l’8 settembre e portato su un carro bestiame, in ognuno c’erano 36 sventurati, con un viaggio di 5 giorni e sei notti, senza cibo, a Kurtwitz, poi a Strehlen, dopo a Sagan e Gorlitz.

Ebbe la fortuna di stare insieme ad un compaesano, Enrico Cotozzolo di Rivotorto, che gli salvò la vita.

Quanti altri cittadini di Assisi furono deportati in Germania, ebbero storie simili, sofferenze indicibili, un pezzo di gioventù non vissuta lontani dagli affetti e dalla normalità?

Sì perché gli IMI subirono quella sorte poiché nella quasi totalità dei casi si rifiutarono di firmare un modulo di adesione alla Repubblica di Salò, grazie al quale potevano tornare in Italia, fedeli o al loro giuramento, o ai propri ideali, o al loro antifascismo. Quasi tutti i deportati non lo fecero.

La storia collettiva e personale degli IMI, invenzione giuridica di Hitler che così aggirava la Convenzione di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra, dandogli meno cibo del dovuto, eliminando o limitando le comunicazioni con i familiari tramite il Comitato Internazionale della Croce Rossa, e soprattutto sfruttandoli come manodopera nelle industrie e nei campi, è molto poco conosciuta e la storiografia se ne occupa solo da una ventina di anni.

Parlare di mio padre è l’occasione per parlare di tutti loro, restituire dignità ed onore ai sacrifici fatti per il proprio paese.

Inoltre mi ha stimolato per cominciare una ricerca per ora alquanto incompleta, poiché ci troviamo in mancanza di documenti ufficiali dei vari enti, ma che mi ha portato a trovare ad oggi oltre 110 nominativi di Imi, del Comune di Assisi, al quale sarà dedicata l’iniziativa.


http://www.umbrialeft.it/notizie/16-maggio-ciotti-tullio-e-storia-degli-imiinternati-militari-italiani

Luigino Ciotti